Un anno da leggere



Il progetto "Un anno da Leggere", presentato alle scuole elementari abruzzesi, nasce dal desiderio di fornire al pubblico di lettori giovanissimi, uno strumento di indicazione e di orientamento per la durata dell'intero anno scolastico.
La veste esteriore e il titolo in cui si riassume il progetto può forse destare il sospetto che si voglia promuovere nei bambini un atteggiamento di tipo fagico nei confronti della lettura o che si voglia inculcare in loro un sentimento possessivo e antisociale della lettura.......... Il  perseguire fini diversi poichè, nella forma di oggetto destinato a una fruizione collettiva si esprime proprio la convinzione del valore socializzante e comunicativo della lettura (ed è una lettura non più oracolare e liturgica, prescritta dall'adulto ex cathedra, ma scelta, discussa, partecipata, voluta, agita da bambini in un clima do forte aggregazione i quali proprio nella scelta di qualcosa da leggere, discutere, animare possono comunicare e stringere legami e rapporti a volte tenui e precari).
Neanche vi è la pretesa di avviare la formazione di un bambino che non faccia altro che leggere: la lettura, poichè non è pura e semplice attività, ma funzione, e come tale ha una sua fisiologia che fattori biologici, psichici,ambientali, neurologici concorrono a definire, può avere le sue disfunzioni e le sue ricadute patologiche. Contro ogni forma di eccesso, non è a un eventuale "lettore tossico" che si pensa.Un progetto di lettura, al giorno d'oggi, non può non tener conto di una condizione tipica della modernità che piaccia o no, contraddistingue il nostro mondo: l'accesso, in questa era di reticolazione e di ampliamento della fruizione prevale sulla proprietà. Questo assioma, formulato da Jeremy Rifkin parlando di internet  e della realtà virtuale, vale a nostro avviso anche per la lettura. D'altronde, perchè i bambini di oggi preferiscono navigare su internet giocare con la play-station o gurdare la televisione piuttosto che  leggere un libro? Perchè - o, almeno, anche perchè - l'accesso a codesti strumenti è più facile.

Dovendo dunque facilitare l'accessosi è pensato che è necessario creare familiarità con il libro, e cosa vi è di più evidente, occhieggiante, intrigante di un calendario che presenta una rete nella quale i libri parlano tra loro? E poi, la quotidianità e l'ordinarietà: in questo modo il bambino convive perennemente con qualcosa